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Racconti in valigia

Kukum | Michel Jean

Kukum

Il racconto di un amore autentico, la storia dell’oppressione indigena, l’eredità di una donna che ha tentato di difendere la propria dignità e quella di un mondo quasi scomparso.
Tutto questo è Kukum che, in lingua Innu, significa nonna. Ed è lei, Almanda, bisonna dell’autore Michel Jean, che ci conduce per mano in un mondo ancestrale quasi spazzato via dal progresso.

Almanda, di origini irlandesi ma cresciuta e vissuta in Canada in una modesta casetta con i suoi zii, vede un ragazzo sulla sua canoa guadare il fiume e se ne innamora. Lui è Thomas, un Innu, un indigeno della terra del Quebec col quale Amanda decide di costruire la sua vita.
Una nuova esistenza nella terra del Nitassinan dove gli Innu  cacciano per la sopravvivenza, grati e rispettosi per il sacrificio di ogni animale. Qui esiste il rispetto per la natura, uno spazio in cui l’uomo vive in armonia con ciò che lo circonda.

Almanda viene accolta dagli indigeni che le insegnano a essere una Innu: impara a intrecciare le pelli, a cacciare, imparando e sentendo questa simbiosi con l’ambiente attraverso il ritmo lento delle stagioni che accompagna il loro nomadismo. Ed è così che imparerà la lentezza, scoprirà la bellezza di una lingua tanto antica. Ci parlerà di quell’amore che supera le barriere e delle storie raccontate attorno al fuoco.

Almanda ci racconterà del cambiamento che il progresso porta con sé. Della paura, dell’impossibilità di vivere come Innu. Di bambini portati via per cancellare l’indiano che era dentro di loro attraverso una cultura che soffoca e non rispetta. Centocinquantamila bambini strappati alle loro radici, di cui quattromila non hanno mai fatto ritorno e sono scomparsi.

“Seduti nelle canoe, eravamo paralizzati dalla paura. Dinnanzi a noi, il Peribonka, soffocato dal peso dei tronchi, vomitava la foresta nel lago”.

Kukum sa di storie raccontate intorno al fuoco e  di calore, sa di marmellata ai mirtilli e profumo di abeti. Ha la forma della libertà e dell’ accoglienza. È pagine fatte di tradizioni e radici profonde dove ognuno può sentirsi nel posto giusto.
Ma, come tutte le storie di nativi, anche Kukum si porta addosso le ceneri del progresso che spazza via foreste e soffoca laghi, permettendo che le identità cadano nell’oblio e la felicità si tramuti in rabbia e dolore.

Allora possiamo solo affidarci alle parole, quelle tanto care a Michel Jean, per far sì che le radici non vengano strappate. Affinché il Canada ricordi che ben prima della scoperta dell’America, il suo popolo già viveva intorno al bellissimo lago Pekuakami.
Kukum è anche una splendida storia d’amore: quello di una donna verso il suo uomo, verso la sua terra, verso la sua famiglia. Un romanzo al femminile, un libro sulla dignità e la forza di Almanda che non ha mai dimenticato chi fosse e chi era diventata.

È la dura testimonianza di un mondo che ci ostiniamo a calpestare con ferocia, derubandolo e piegandolo al potere di quegli uomini incapaci di vedere cosa lasciano dietro di sé: distruzione.

Kukum mi ha rubato il cuore, mi ha condotto per mano tra gli Innu con la certezza che non smetteranno mai di camminare lungo la propria strada.

“Finché tutto questo esisterà nel mio cuore, continuerà a vivere”.

Non lasciamo che il progresso spazzi via la memoria.

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“La felicità è reale solo se condivisa” Buo “La felicità è reale solo se condivisa”

Buon weekend amici 

#raccontiinvaligia
#happiness #travelling #inviaggio #viaggiare #neverstopexploring
✨QUATTRO CHIACCHIERE IN VALIGIA Cari #viaggiale ✨QUATTRO CHIACCHIERE IN VALIGIA 
Cari #viaggialettori, raccontatemi di voi

🔹Qual è il vostro posto del cuore per le letture? 
🔹Il genere letterario che amate? 
🔹E il libro di cui non fareste mai a meno?

Inizio io ☺️
🔹I posti in cui amo leggere sono due: in mezzo al verde e a due passi dal mare. 
🔹Prediligo la narrativa di viaggio, la letteratura nordica e i romanzi di formazione (ebbene sì, non so scegliere una sola cosa 🤣)
🔹Non farei mai a meno de “I pesci non hanno gambe” del mio amato Stefansson. Un libro arrivato in un momento complicato e che mi ha aiutato tanto. 

✨ Adesso tocca a voi 
Vi leggo come sempre con affetto 

#raccontiinvaligia
#libri #librisulibri #narrativadiviaggio #leggeresempre #luoghiperleggere #readingtime #bookstagramitalia
📝RACCONTI IN VALIGIA DALLE LANGHE Il mio tour 📝RACCONTI IN VALIGIA DALLE LANGHE 

Il mio tour di un giorno nelle Langhe è iniziato con una passeggiata tra i vicoli di La Morra.
Affacciarsi dal suo belvedere e osservare la distesa di vigneti, ripaga tutti i sensi. 

D’obbligo un buon bicchiere di vino per celebrare questa zona del Piemonte

Finito il pranzo mi sono recata nel comune di Barolo.

Oltre a visitare vigneti e cantine per degustare un buon Barolo, si potrà entrare nel suo famoso Castello che, oggi, è sede del WiMu.
Il WiMu è un museo interattivo del vino che coniuga sapientemente modernità e tradizione. 

Uscita dal castello mi sono diretta a Serralunga d’Alba, borgo meno noto delle Langhe dal quale ho scattato le foto che vedete. 

Qui mi sono goduta un calice di vino gustando la bellezza delle colline rigate da vigneti tutti regolari e illuminate da un caldo sole dorato. 

E voi, cari #viaggialettori, quale posto del nostro bel paese amate? 

#raccontiinvaligia
#langhe #piemonte #italiabella #inviaggio #viaggio #neverstopexploring #winetasting #barolo #volgopiemonte #langheunesco

|Racconti di viaggio |Langhe |storytelling
📝QUESTA NON È UNA GUIDA Mamma è in città e 📝QUESTA NON È UNA GUIDA 

Mamma è in città e un giretto ai laghi è obbligatorio.

Siamo partiti alla volta di Orta San Giulio e del suo lago cristallino e poi a Stresa per prendere il traghetto che ci avrebbe portato all’Isola dei Pescatori per un’ottima cenetta al tramonto 

#raccontiinvaligia
#storytelling #arounditaly #emotional #italy #ortasangiulio #isoladeipescatori #menaggio #instaviralvideo
📖RECENSIONE IN VALIGIA Apeirogon Apeirogon è 📖RECENSIONE IN VALIGIA 
Apeirogon

Apeirogon è la storia di Rami Elhanan e Bassam Aramin, un padre israeliano e uno palestinese che, a 10 anni di distanza hanno perso per sempre le loro bimbe, Smadar e Abir, uccise per mano del paese nemico. 

Apeirogon è la storia di due padri che invece della vendetta hanno scelto le parole. 

Appartenenti al gruppo Combattenti per la pace, vanno nel mondo raccontando la loro storia, il dolore che non si è trasformato in vendetta perché essa “è una spirale senza fine, che non restituisce i morti alla vita”. Hanno fatto delle parole armi per la pace. 

Apeirogon evoca un poligono con infiniti lati. Un titolo che testimonia la complessità di un conflitto che va avanti da oltre 75 anni. 
Un labirinto nel quale McCann avanza attraverso 1.001 paragrafi. 

Ognuno di essi contiene schegge di storie apparentemente lontane nelle quali McCann si muove avanti e indietro ripassando al setaccio quello che era già stato detto. 
Ci dona pezzi di puzzle delle vite di Rami e Bassam, lasciando a noi il compito di ricostruire le loro storie e la Storia. 

Questo libro o si ama o si odia. Ha, infatti, ricevuto molte critiche e la scrittrice Susan Abulhawa ha definito mistificante “la retorica del dialogo”.

Ma McCann prende le distanze dalle questioni politiche e attraverso la storia di Rami e Bassam racconta le divisioni e i muri che si ergono ovunque, dagli Stati Uniti fino all’Irlanda in una trama universale che non risparmia nessuno.

E se anche fosse utopico credere che il dialogo sia lo strumento giusto per mettere a tacere la guerra, le parole esplodono e rimbombano in un’eco infinita. 

A Rami e Bassam che ancora oggi restano uniti in quella striscia che li vorrebbe nemici. 

A tutte le Smadar e Abir, figlie di una terra che continua a sanguinare. 

|Apeirogon |Recensione |Libri da leggere

#raccontiinvaligia
#ticonsigliounlibro #librisulibri #reportage #apeirogon #memoria
Questo è l’ultimo post dedicato alla Namibia. Questo è l’ultimo post dedicato alla Namibia. 
Di cose da mostrarvi ne avrei all’infinito, ma mi piaceva l’idea di salutare questo viaggio fatto insieme a me (attraverso i vari post) donandovi una Namibia che così non si vedeva da oltre 20 anni. 

Un Paese in fiore, con il verde a contrastare il rosso della sua terra, l’arancio del deserto. 
La vita che si riprende il suo posto, la natura che, come sempre, stupisce. 

Alla Namibia e alla sua terra rossa come il cuore 
Alla vita che sempre rinasce

|Racconti di viaggio |Storytelling 

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