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Racconti in valigia

Fisica della malinconia | Georgi Gaspodinov

 

Il libro non è arrivato in tempo per il mio viaggio a Sofia. Così ho dovuto leggerlo una volta rientrata a casa, mentre negli occhi portavo ancora le immagini e gli odori di questa splendida città dell’Europa dell’est.
In Fisica della malinconia non troviamo la Bulgaria come protagonista, né comunismo o politica; tanto meno una trama vera e propria. Bensì un insieme di vicende che si incastrano tra loro.

<< Non sono in grado di proporre un racconto lineare, perché nessun labirinto e nessuna storia è lineare>> .

Ed è proprio dal labirinto che parte il nostro viaggio nelle pagine di Gospodinov e nella natura umana. Incontriamo il padrone indiscusso del labirinto che si rivela nelle prime pagine come un bambino nato deforme e esposto in un circo come il Minotauro.
È l’empatia del giovane protagonista il tema centrale dell’intera opera. Georgie ne è affetto e questo lo fa immedesimare nelle vite degli altri: è suo nonno bambino abbandonato dalla madre, è suo padre, è il nonno ormai anziano che mangia la lumaca e la lumaca che viene mangiata.
Ed è il Minotauro. E occorre una grande sensibilità per dar voce, dopo secoli di mitologico silenzio, a quello che è divenuto un mostro nell’immaginario collettivo. Ma del resto, che colpa ne ha il Minotauro se è nato deforme per punire la madre Pasifae? È solo un innocente rinchiuso nel buio e che soffre per essere stato abbandonato.
<< Non importa se il libro dice che è un mostro. Sono stato in lui e conosco tutta la storia. C’è alla base un grande peccato e una calunnia, una straordinaria ingiustizia. Io sono il Minotauro e non sono assetato di sangue, non voglio divorare sette giovani e sette fanciulle ogni volta, non so perché sono rinchiuso, non ho alcuna colpa >>.
È forte l’empatia del nostro Georgie, la quale però diminuisce con l’aumentare dei suoi anni, affievolita dalla malinconia. E cosa può fare allora?
Comprare le storie. Conservare tutto ciò che è effimero per preservarlo dalla morte. Perché se è vero che la Morte colpisce tutti, si può però conservare una parte di tempo e scrivere di essa.
Ecco quindi che la scrittura è salvifica, può sconfiggere il tempo. Conservare i ricordi per le future generazioni affinché possano sapere ciò che è stato.
Tutto ciò fa del nostro protagonista un collezionista di storie. Così mi piace chiamarlo.
E Gospodinov scrive passando dalla prima alla terza persona anche nello stesso paragrafo. Perché l’io interno e l’io esterno, fatto di materia, sono la stessa persona ma con punti di vista differenti.
Ciò potrebbe alienare il lettore e confonderlo. Ma questo non avviene perché l’autore ci porta per mano, non ci abbandona. Noi siamo lui. Lui è noi. È inevitabile.
La narrazione è scorrevole e si passa facilmente da una storia all’altra e da un tempo all’altro.
L’incipit e l’epilogo sono di sicuro effetto.
“Io siamo” apre l’opera, “Io fummo” la conclude. Perché siamo uno e altri. Siamo quel passato sfacciato e il futuro nostalgico. Siamo quel Minotauro abbandonato e solo che è chiuso dentro ognuno di noi.

Ho letto Gospodinov con estremo ritardo e ringrazio la mia voglia di viaggiare che mi fa scoprire luoghi ignoti e autori di cui ignoravo l’esistenza.
Perché Fisica della malinconia è un libro che va letto. È fatto d’anima. È un’onda gigantesca che ti si schianta addosso e ti fa affogare nella memoria del singolo fatta di memorie collettive. È contenitore di bellezze e indagatore dell’io più remoto. È quel mondo che ti fa male al corpo. Che ti lascia solo trasformandoti in un vagabondo nell’autunno del mondo.

<< Il passato, la malinconia e la letteratura- sono queste le tre balene senza alcun peso che mi interessano>>.

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📝RACCONTI IN VALIGIA DA PARIGI 📍Quartiere Sa 📝RACCONTI IN VALIGIA DA PARIGI
📍Quartiere Saint Germain e Quartiere Latino

Quando esco dall’albergo del quartiere di Saint Germain l’aria frizzantina mi accompagna tra le vie di una Parigi ancora addormentata e rischiarata dalle prime luci del giorno. 
Sulla mappa ho segnato Rue Mazarine: una stretta via ricca di Gallerie d’Arte e librerie che culmina con la cupola dell’Academie Française sullo sfondo. 

A 5 minuti a piedi da qui si trova Le Café Procope, uno dei caffè più antichi di Parigi, fondato dal catanese Francesco Procopio che rese famoso questo locale grazie al suo prelibato sorbetto. Il locale divenne presto frequentato da Voltaire, Russeau, Victor Hugo e tanti altri e passare di qui è come fare un tuffo nel passato. 

Percorrendo tutta la rue Mazarine si arriverà sulla riva della Senna dove i Palazzi si specchiano nelle sue acque. 

Non so voi, ma io ho spesso sognato di vivere in una di quelle mansarde, con fogli sparpagliati per terra e la vita che risuona da una finestra lasciata aperta. 

Da questo lato della Senna, troviamo il Museo d’Orsay che meriterebbe una visita solo per il fatto di trovarsi all’interno di un’ex stazione ferroviaria. 
Avvicinandoci al quartiere Latino, simbolo della vita universitaria parigina, incontreremo  la Sorbona e il Pantheón del quale ammirare la cupola, il Pendolo di Facault e le tombe di illustri personaggi francesi. 

Dopo tanto camminare si può fare una pausa in uno dei giardini del quartiere, come ad esempio, ai Giardini del Lussemburgo. 

E, per gli amanti dei libri, sarà d’obbligo una visita alla libreria Shakespeare and company. 
Ma questo, è un altro post. 

E voi siete mai stati a Parigi? Se sì, cos’è che avete amato di più? 

Se vi è piaciuto questo post, lasciate un ❤️ e seguitemi per altri racconti ☺️

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📝RACCONTI IN VALIGIA Parigi vi invita a danza 📝RACCONTI IN VALIGIA 

Parigi vi invita a danzare perdendovi tra i suoi boulevard. 

È libera e ribelle la Ville Lumiere. Desiderata e accogliente. 
Patria di scrittori e poeti. 
Arrogante e sicura, fa bella mostra di sé. 
Vi innamorerete, in una sera d’estate, mentre l’aria frizzantina e il vento da nord vi scompiglierà i pensieri. 

“Chi guarda nelle profondità di Parigi ha le vertigini. Niente di più fantastico, niente di più tragico, niente di più superbo” scriveva Victor Hugo. 

Pronti a perdervi con me a Parigi? ☺️ 
Io non vedo l’ora di raccontarvela 🩷

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📝RACCONTI IN VALIGIA DALLE LIBRERIE DI PARIGI 📝RACCONTI IN VALIGIA DALLE LIBRERIE DI PARIGI 

Difficile scegliere una libreria… 
Il Quartiere Marais e il Quartiere Latino offrono librerie a ogni angolo. 

Solo vicino all’hotel in cui alloggiavo ne ho contate 3 (a 500mt di distanza). 

Insomma, un paradiso per gli amanti dei libri. 

Le mie preferite però sono state queste tre: 

🔹La rinomata Shakespeare and company che non ha bisogno di presentazioni 

🔹La Abbey Bookshop meno famosa della prima e anche meno affollata. Un gioiello per chi ha la pazienza di spulciare libri introvabili. Insomma, dei veri tesori. 
Peccato per i corridoi un po’ strettini 

🔹Ultima ma non per importanza, la Tour de Babel, l’italianissima libreria di Parigi che sorge nel pittoresco quartiere Marais. Dal 1984, è un punto di riferimento per chi ama la letteratura italiana

Vi ho convinti a visitarne una? 

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📝RACCONTI IN VALIGIA Parigi non ha bisogno di 📝RACCONTI IN VALIGIA 

Parigi non ha bisogno di presentazioni. 
Il mio tour nella Ville Lumiere è durato tre giorni ed essendo la prima volta ho preferito respirare la sua atmosfera anziché visitare i musei. 

In tre giorni mi sono persa tra i vicoli del quartiere Marais, ho girovagato nel quartiere latino, tra la Rive Gauche e le sue librerie. 
E l’ultimo giorno ho potuto innamorarmi di Montmartre e Pigalle 

Nei miei prossimi post vi parlerò più nel dettaglio del mio tour parigino 

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|Storytelling
|Racconti di viaggio 
| Visual storyteller
“La felicità è reale solo se condivisa” Buo “La felicità è reale solo se condivisa”

Buon weekend amici 

#raccontiinvaligia
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✨QUATTRO CHIACCHIERE IN VALIGIA Cari #viaggiale ✨QUATTRO CHIACCHIERE IN VALIGIA 
Cari #viaggialettori, raccontatemi di voi

🔹Qual è il vostro posto del cuore per le letture? 
🔹Il genere letterario che amate? 
🔹E il libro di cui non fareste mai a meno?

Inizio io ☺️
🔹I posti in cui amo leggere sono due: in mezzo al verde e a due passi dal mare. 
🔹Prediligo la narrativa di viaggio, la letteratura nordica e i romanzi di formazione (ebbene sì, non so scegliere una sola cosa 🤣)
🔹Non farei mai a meno de “I pesci non hanno gambe” del mio amato Stefansson. Un libro arrivato in un momento complicato e che mi ha aiutato tanto. 

✨ Adesso tocca a voi 
Vi leggo come sempre con affetto 

#raccontiinvaligia
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