La ladra di parole

La madre di Adunni è come una rosa coi colori del tramonto.
E, se faccio un respiro col naso, sento anche il suo profumo. Quel profumo dolce del cespuglio con le rose che cresce attorno all’albero di menta, del sapone al cocco dei suoi capelli dopo che se li lavava alle cascate di Agan”.

Ma in Nigeria, le rose appassiscono in fretta e muoiono. Figlie di una terra fatta per uomini che calpestano la loro dignità, uccidono i loro sogni. Come quello della piccola Adunni che vuole andare a scuola e diventare un insegnante per avere la voce più forte di tutta la Nigeria. Glielo ha detto la mamma che le parole possono essere importanti, possono cambiare la vita.


Ma il padre questo, forse, non lo sa. Così la vende per poter avere i soldi con cui pagare l’affitto e vivere. Poco importa se l’uomo è violento.
Adunni, nonostante le avversità, riuscirà a fuggire nella capitale dove lavorerà come domestica per Big Mama: una donna forte, che vive della sua attività ma che non riesce a domare un marito che la umilia correndo dietro le gonnelle delle domestiche.
Una rosa piena di spine ma esposta alle intemperie. Fragile come un filo d’erba.
E Adunni, che non si dà per vinta, né ha dimenticato ciò che le disse la madre, si nasconde nella biblioteca di casa per leggere le parole custodite nei libri: la sua fonte di conoscenza, ciò che le dà il coraggio di alzarsi ogni mattina.

E poiché non tutto il male vien per nuocere, grazie agli incontri di Big Mama con alcune vicine, Adunni incontrerà un’altra donna. Diversa dalla sua padrona. Una donna che negli occhi porta il dolore e che, soprattutto, la vede per la prima volta come donna E ognuna di esse, traccerà la sua persona, i suoi pensieri. Con le mani strette, Adunni percorrerà la sua strada.

La ladra di parole, non è solo la storia di Adunni, è la storia di tutte le donne della Nigeria. Un romanzo corale che con un linguaggio semplice arriva dritto al cuore.

Ho trovato perfetta anche la traduzione italiana dall’inglese sgrammaticato della protagonista che anziché allontanarci, ci avvicina a questa ragazzina di soli 12 anni e a tutte le donne come lei.

Un giorno la mia voce si sentirà forte nella Nigeria e nel suo mondo, e allora grazie a me altre ragazze si faranno sentire da tutti, con la loro voce, perché so già che quando finirò di studiare troverò un modo per aiutare anche loro a andare a scuola”.

A tutte le Adunni che hanno il coraggio di cambiare le cose. A quelle voci che decidono di raccontare una storia, la storia di una donna. La storia delle donne. 

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